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50 anni di NEUROFEEDBACK
Le origini del neurofeedback sono affascinanti e i ricercatori ne studiano gli effetti da ormai più di mezzo secolo.
Nei '70 il NF attira l'attenzione dei “meditatori” come aiuto per lo sviluppo spirituale, cominciando a diffondersi molto nella cultura new-age. Questo fattore, unito alla mancanza di una teoria fondante che giustifichi i risultati, conferisce al NF una dubbia reputazione in ambito accademico, rendendolo una scelta decisamente impopolare per i ricercatori che ambiscano alla carriera.
Sotto la spinta delle moderne tecnologie di imaging funzionale, che permettono di studiare il cervello “in vivo” in soggetti sani, le neuroscienze subiscono una vera e propria rivoluzione concettuale. Nuove scoperte rinnovano le vecchie fondamenta teoriche sulle quali poggiavano concetti come percezione, apprendimento, memoria, pensiero, emozione, coscienza, movimento, ecc. E’ la svolta
Oggi il monitoraggio EEG non è più «materia sperimentale», bensì strumento di primaria importanza nel campo delle neuroscienze applicate. Oggi per illustrare correttamente una condizione psicologica, bisogna descrivere anche il suo effetto all'interno del cervello. Con i progressi a livello software e hardware, i provider hanno a disposizione strumenti di elevata precisione a prezzi accessibili. Contestualmente il contributo del NF è riconosciuto in molteplici campi di applicazione sia per la cosiddetta peak performance che come valida soluzione non farmacologica per il trattamento di ADHD, stress post-traumatico e condizioni emotive di ogni tipo.